Dal Centro Federale alle Nazionali Giovanili: Rosindo Zanni si racconta
Dal Centro Federale alle Nazionali Giovanili: Rosindo Zanni si racconta |

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Intervista ad uno dei talenti delle nazionali giovanili che ha vissuto un'esperienza significativa al Centro Federale |
Rosindo Zanni si racconta: dal Centro Federale alle Nazionali Giovanili
1) Quando ti allenavi al Centro Federale Territoriale di Napoli, i suggerimenti più ricorrenti erano quelli di passare forte la palla, di ricercare intensità e autonomia decisionale per tutta la durata dell'allenamento. A distanza di tempo, quei suggerimenti ritieni che ti siano serviti e perché?
Per ogni ragazzo che inizia il proprio percorso calcistico in una scuola calcio, la convocazione al Centro Federale Territoriale rappresenta un sogno. I consigli ricevuti dal tecnico durante le mie convocazioni nel Centro Federale Territoriale di Napoli fanno parte del bagaglio tecnico, agonistico e motivazionale che porterò sempre con me.
2) Dai campetti della tua città, sino al tuo esordio e gol in nazionale, quali sono i tuoi punti di forza tecnici e caratteriali che hanno permesso di realizzare il tuo sogno?
La mia storia è un po’ atipica: ho iniziato a dare i primi calci al pallone all’età di 4 anni, ma inizialmente non avevo grande interesse. Con il passare del tempo, al fianco di mio fratello, ci siamo sempre distinti nelle diverse categorie. Oggi posso dire che i miei punti di forza sono: l’umiltà, il sacrificio, la caparbietà e la voglia di migliorarmi sempre di più in ogni allenamento, come una spugna in grado di assorbire ogni singola nozione trasmessa dal mister durante gli allenamenti. Il primo gol in Nazionale è stato un’emozione indescrivibile: in quel momento non riuscivo a credere a ciò che stavo vedendo con i miei occhi. Mi è sembrato di vivere un sogno!
3) Pilastri e presupposti della metodologia SGS-Evolution Programme, quali in assoluto ti hanno aiutato nel tuo percorso e quali suggeriresti ai calciatori ancor più giovani di te.
Ritengo non si tratti di un progetto qualunque, ma di una scuola di gioco e di vita, dove ogni passaggio ha un senso, ogni allenamento una direzione e ogni feedback una
responsabilità. I pilastri della metodologia sono molti, ma quelli che personalmente finora hanno contribuito alla mia crescita sono:
- Essere un giocatore protagonista, responsabile delle proprie scelte in campo, dettate dall’estro e dalla consapevolezza.
- Voglia di allenarsi al meglio.
- Giocare e divertirsi.
- Dare il massimo.
- Giocare insieme all’altro.
Ai ragazzi più piccoli di me, mi sento di consigliare questi 5 principi, che nel tempo sono diventati dei veri e propri punti cardine nella mia vita da atleta.
4) Il Torneo Evolution Programme è stato un momento di socializzazione e sano agonismo durante le gare, giocando insieme a ragazzi provenienti da tutte le regioni d’Italia e facendo subito squadra: cosa ci racconti di quei giorni a Coverciano?
Ricorderò per tutta la mia vita i giorni trascorsi a Coverciano. Entrare per la prima volta nel tempio del calcio, dove si allenano periodicamente i propri idoli, provoca emozioni uniche e indescrivibili! Sensazioni forti, rese ancor più intense dalla vittoria del torneo, dai gol che ho realizzato durante la manifestazione e dall’essere stato eletto da tutti i partecipanti come miglior calciatore del torneo.