Introduzione al bio-banding e alle sue basi scientifiche
Sommario | Obiettivi Secondari |
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Cos'è il bio-banding? Quali sono le basi teoriche del bio-banding? Come si identificano gli stadi di crescita nei calciatori? Lo scopriamo in questo articolo! |
Capacità coordinative, Prevenzione, Capacità condizionali, Forza, Rapidità, Velocità, Agility |
L’essere umano ha cicli di crescita e sviluppo differenti e nello sport giovanile diventa importante comprendere quali vi sono rispetto all’apparato locomotore.
Mediante i cambiamenti riconoscibili della corporeità si possono identificare dei veri e propri stadi di crescita.
Nel mondo dello sport giovanile, il processo di crescita e sviluppo dei giovani atleti è un elemento cruciale da considerare. L'apparato locomotore dei giovani subisce notevoli cambiamenti nel corso del tempo, e comprendere questi cambiamenti è essenziale per massimizzare il loro potenziale nell'ambito sportivo.
Nell'articolo parleremo di Bio-banding e di come possa essere applicato con successo al calcio. In particolare:
- Cos'è il picco di crescita “Peak Height Velocity”?
- La tabella teorica di Martin e le fasi sensibili
- YLTD o LTAD: Youth Long Term Atheltic Development e la nascita del Bio-banding
- Cos'è il Bio-banding? Qual è lo scopo del Bio-banding?
- Come si applica il Bio-banding nel calcio?
- Creare un allenamento con il Bio-banding: prima, durante e dopo il picco di crescita
- Esercitazioni per applicare i princìpi del Bio-banding
- Conclusioni
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COS'È IL PICCO DI CRESCITA "PEAK HEIGHT VELOCITY"?
Un aspetto importante è il fatto che nell’età dello sviluppo vi è un momento di particolare sensibilità dell’apparato locomotore, determinato da un picco di crescita (“Peak Height Velocity”). Durante questa fase vi sono spesso differenze fisiche e strutturali, come differenze tra le capacità di carico e la capacità di prestazione. Tutte queste disuguaglianze tra gli individui e nell’individuo possono aumentare i rischi di infortunio così come ridurre le possibilità di espressione di performance.
Già nel 1982 Martin e colleghi pubblicarono una tabella teorica delle “fasi sensibili” che descriveva quali fossero i momenti più adatti per sviluppare determinate capacità condizionali e coordinative.
LA TABELLA TEORICA DI MARTIN E LE FASI SENSIBILI
La "tabella teorica di Martin" si riferisce a una rappresentazione concettuale sviluppata da Martin e colleghi nel 1982, che descrive le cosiddette "fasi sensibili" nel processo di sviluppo fisico e motorio dei giovani. Questa tabella è stata creata per identificare i periodi ottimali in cui gli individui dovrebbero concentrarsi sullo sviluppo di specifiche capacità fisiche e coordinative durante la loro crescita.
Le "fasi sensibili" rappresentano momenti chiave durante lo sviluppo giovanile in cui alcune abilità o caratteristiche fisiche possono essere più facilmente sviluppate o migliorate. Ad esempio, potrebbe essere il momento migliore per sviluppare la resistenza, la forza, la velocità o l'agilità. Queste fasi possono variare da individuo a individuo e sono legate a cambiamenti nella crescita, nella maturazione e nello sviluppo biologico.
Tabella teorica di Martin (1982) e "fasi sensibili"
Molto spesso gli “addetti ai lavori” hanno impiegato questa teoria in quanto ben descritta, di semplice interpretazione e pratica, ai fini della programmazione degli obiettivi da perseguire per uno sviluppo psicomotorio armonioso.
L’argomentazione scientifica al riguardo è assai complessa e prevederebbe una dimostrazione di rapporti causa-effetto, come per esempio l’età, la crescita, il tipo di capacità stimolata e il tipo di allenamento impiegato.
Con questa premessa si vuole porre l’attenzione sull’estremo impiego di questa tabella per trarre conclusioni e per programmare allenamenti o percorsi di crescita, in quanto non vi è una comprovata veridicità scientifica.
YLTD O LTAD: YOUTH LONG TERM ATHLETIC DEVELOPMENT E LA NASCITA DEL BIO-BANDING
In questo ultimo periodo sempre di più si fa riferimento al YLTD o LTAD: Youth Long Term Atheltic Development. Sviluppare le capacità motorie fondamentali sotto varie forme di gioco, più o meno strutturato per poi iniziare in fase di pubertà a portare degli stimoli, progressivamente con l’età, più strutturati e specifici.
Tabella: Sviluppo fisico giovanile (Modello per individui di sesso femminile)
In questa recente pubblicazione si sono delineate le capacità e caratteristiche da allenare a seconda dell’età e della maturità scheletrica, seguendo esercitazioni più o meno strutturate e gli adattamenti all’allenamento che si vanno a ricreare o stimolare.
Grazie a questo crescente interesse nasce una nuova metodologia, applicata in alcuni settori giovanili di alto livello, che si premette di ridurre le differenze prestative, e non solo, legate alla maturità biologica e ai differenti tempi dei processi di crescita dei giovani calciatori, si chiama: Bio-banding.
COS'È IL BIO-BANDING? QUALÈ LO SCOPO DEL BIO-BANDING?
Il Bio-banding è il processo di raggruppamento degli atleti in base agli attributi associati alla crescita e alla maturazione, piuttosto che all’età cronologica.
L’obiettivo del Bio-banding è quello di ridurre le differenze tra i giovani calciatori associate a componenti legate alla maturità (es. stazza/fisicità, forza e abilità) in maniera da permettere una maggiore uguaglianza in allenamenti e competizioni, riducendo potenzialmente i rischi di infortunio legati allo sport giovanile.
Bambini e ragazzini della stessa età cronologica possono avere considerevoli differenze per stato di maturazione biologica, alcuni la raggiungono precocemente, mentre altri in maniera più lenta e tardiva. Il tempismo di questa maturazione può avere importanti implicazioni negli allenamenti, nelle competizioni e nell’identificazione del talento, è importante sviluppare metodi efficaci per valutare i giovani atleti senza che essi possano essere soggetti a errori di valutazione o pregiudizi legati alla maturità.
Verosimilmente le squadre saranno composte da giocatori con differenti gradi di maturità e la proposta può essere adattata a seconda delle esigenze del singolo calciatore.
COME SI APPLICA IL BIO-BANDING NEL CALCIO?
Come tradurre in concreto la teoria del Bio-banding in una seduta di allenamento?
Vediamo ora da dove partire e come sviluppare una seduta di allenamento con alcune idee e proposte di organizzazione:
- Divisione di annate/gruppi squadra suddivisi per età al picco di crescita e non per età anagrafica: livelli di maturazione vicini si allenano insieme, anche se l’età anagrafica direbbe diversamente, per interi allenamenti o anche parti di essi.
- Divisione della squadra in sottogruppi legati alla maturità per un allenamento o parti di esso, esempio: la stazione motoria o la stazione tecnica organizzate a seconda del picco di crescita.
- Organizzare degli interventi specifici per i giocatori con maggiori necessità, durante il picco di crescita.
- Interventi pratici da tenere sempre in considerazione quando si programma una seduta, soprattutto durante queste fasi sensibili:
- Inserire una fase di pre-attivazione, dove i calciatori svolgono degli esercizi specifici a seconda del loro stato di crescita
- Riscaldamento completo: fase di attivazione a bassa intensità, mobilità e allungamento, esercizi di core ability e agilità (fase di attivazione ad alta intensità)
- Fase di defaticamento: leggera attività aerobica e/o esercizi posturali e di allungamento passivo o attivo
- Equilibrio tra le capacità di carico e le capacità di prestazione dei giovani calciatori:
- La prima permette di sopportare un carico
- La seconda di dare il massimo della propria capacità, andando oltre alle capacità di carico
- Un adeguato recupero tra partite e allenamenti
- Una ridotta densità di partite, almeno ad inizio stagione aiuta a gestire questo equilibrio
- I ragazzi devono allenarsi bene e tanto per sostenere le fatiche della partita, ma sempre in maniera progressiva
- No picchi di carico, esempio:
- 2-3 partite in una settimana?
- Rientro dalle vacanze estive?
- Allenamenti troppo intensi o attività ad alta intensità dopo un lungo periodo di pausa o troppo frequenti nel tempo
In questa maniera i preparatori, allenatori e dirigenti sportivi possono sviluppare metodi efficaci per stimolare o valutare i giocatori secondo le necessità che i loro organismi possono supportare e sopportare.
CREARE UN ALLENAMENTO CON IL BIO-BANDING: PRIMA, DURANTE E DOPO IL PICCO DI CRESCITA
Nella gestione dei giovani calciatori possiamo essenzialmente identificare tre momenti della loro crescita:
Se si vuole programmare in maniera precisa e più accurata, è quindi importante monitorare e misurare il picco di crescita, cambieranno di conseguenza le proposte e le organizzazioni degli allenamenti. Per monitorare al meglio il picco di crescita scopri l'e-Book "Il bio-banding e la crescita del giovane calciatore".
Nella fase prima del picco di crescita, sarebbe utile dare ai ragazzi la possibilità di accrescere il proprio bagaglio motorio, consolidare le abilità motorie fondamentali mediante attività ludiche non, o poco, strutturate. L’impiego di attività più strutturate può essere una soluzione per esercitazioni di mobilità articolare. Sicuramente fondamentale è l’impiego di proposte volte allo sviluppo di velocità e agilità.
La successiva fase durante il picco di crescita porta in sé una maggiore cura dei dettagli e il possibile impiego di attività più o meno strutturate, dove le abilità motorie, la forza, la mobilità e la resistenza aiutano a gestire e sopportare i carichi di allenamento, e supportare una crescita armoniosa.
Dopo il picco di crescita la graduale produzione di ormoni sessuali porta ad ulteriori adattamenti fisiologici, e di conseguenza a un possibile cambio della proposta. L’impiego di esercitazione legate alla produzione di forza trova terreno fertile per la crescita muscolare, visto il consolidamento delle abilità motorie fondamentali in questa fase il deciso spostamento verso l’allenamento sport specifico, la resistenza aerobica e anaerobica.
Quanto proposto precedentemente è un focus, che non implica un’esclusività nell’impiego di determinate esercitazioni, tutte le capacità vanno più o meno stimolate durante il processo di crescita, alcune trovano maggiori appigli dovuti alle caratteristiche fisiologiche dei giovani calciatori.
COME SCEGLIERE LE ESERCITAZIONI SECONDO IL BIO-BANDING?
Con questa premessa si possono utilizzare varie esercitazioni semplicemente modulandole a seconda del tipo di gruppo. Ci sono infatti delle esercitazioni trasversali che possono essere impiegate applicando dovute accortezze:
- Volume e Densità: Numero di serie e ripetizioni aumenta con l’avanzare dell’età biologica (+ post picco, - pre picco)
- Intensità: Dimensioni del campo di gioco negli SSG (+ grande post picco, - grande pre picco)
- Intensità: Numero di giocatori negli SSGs (+ pre picco, - post picco)
- Maggiore attenzione ad aspetti legati alla mobilità articolare e resistenza
ESERCITAZIONI PER APPLICARE I PRINCIPI DEL BIO-BANDING
Di seguito riportiamo un’esercitazione per gruppo (pre-picco, durante, post-picco) più un’esercitazione trasversale con gli adattamenti da adottare a seconda dell’età.
Nel gruppo pre-picco ci concentriamo su un gioco slegato dal calcio, ma con componenti interessanti anche per il nostro sport: l’accelerazione, il cambio di direzione e componenti tattiche come il 2vs2 e il 2vs1.
Per il gruppo durante il picco abbiamo voluto inserire il gioco popolare del flipper per proporre esercitazioni di mobilità che possano essere coinvolgenti e divertenti.
Nella fase di specializzazione passata la pubertà gli aspetti di forza e resistenza anaerobica possono essere stimolati anche grazie ad esercitazioni con la palla. Qui i due giocatori esprimono forza tramite un contatto con l’avversario (schiena contro schiena) per poi sprintare ed assicurarsi la palla nel successivo 1vs1.
Infine, proponiamo degli Small Sided Games come esercitazione trasversale, perché è una tipica proposta tecnica, con dei risvolti fisici interessanti.
In questo caso appena la palla degli attaccanti passa la linea di metà campo, un difensore deve sganciarsi e correre a navetta dietro la porta avversaria. Si formerà un momentaneo 2vs1 per chi attacca con un difensore in recupero.
Si consigliano degli adattamenti per dimensioni del campo a seconda del picco di crescita:
- Pre-picco -> 20 mt x 10 mt
- Durante picco -> 25 mt x 15 mt
- Post-picco -> 30 mt x 20 mt
Un preparatore e/o un allenatore possono implementare questi accorgimenti all’interno delle sessioni di allenamento in vari modi e momenti, non si necessita di un impegno massivo ma di una graduale educazione al movimento, alla cura del fisico e, soprattutto, all’aumentare la percezione e la consapevolezza della propria corporeità.
In questo particolare periodo della crescita si può incorrere più frequentemente in osteocondrosi e patologie legate alla crescita, oltre che a infortuni muscolo-tendinei e osteoarticolari, è quindi un bene porre attenzione alle percezioni dei ragazzi e aiutarli nello sviluppo di queste capacità, non solo di carico o di prestazione, ma anche e soprattutto di ascolto.
Vorrei concludere con un sentito ringraziamento a tutti i lettori che spero troveranno in questo testo un spunto per la propria attività e che fino ad ora mi hanno spinto ad osservare, ricercare e sperimentare cose nuove.
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